sabato 8 settembre 2007

L'ex allenatore del "pocho" ha detto che il Napoli ha il miglior giocatore argentino del momento!


Sorride quando gli dicono che è bastato un pomeriggio, quello di Udine, per trasformarlo da oggetto sconosciuto, o quasi, ad autentico idolo della tifoseria napoletana. I suoi dribbling ubriacanti, le sue giocate in velocità, hanno mandato in brodo di giuggiole un popolo che da tempo non assisteva ad uno spettacolo simile di tecnica. Ma Ezequiel Lavezzi resta con i piedi per terra dimostrando molta più maturità di quella che ti aspetti da un ragazzo di 22 anni alla prima vera esperienza fuori dall'Argentina. ''Sono felice di tanto affetto - dice - e farò il possibile per la maglia del Napoli e per dare gioia ed allegria ai tifosi''.

Ha le idee chiare questo ragazzo nato a Governador Gálvez, che a 17 anni lasciò il calcio per diventare elettricista insieme ai suoi fratelli, e che tornato a dar calci al pallone ha vinto uno scudetto con il San Lorenzo conquistando anche la maglia della nazionale argentina. ''Il Napoli - ha detto di recente il suo ex allenatore Ramon Diaz - ha preso il miglior giocatore argentino del momento. Farà grandi cose, ne sono sicuro''.

Si è presentato al San Paolo con una tripletta in Coppa Italia al Pisa, ma l'exploit di Udine lo ha fatto conoscere al grande pubblico che ancora non aveva apprezzato le sue qualità. ''Lavoro per cercare insieme ai miei compagni di avere tante soddisfazioni, ma siamo appena alla seconda giornata ed è presto per dare giudizi. Certo è bello sapere che la gente mi vuole bene ma io cerco solo di fare del mio meglio e di dare il massimo da qui alla fine''.

Non aveva dubbi sul suo impatto con il calcio italiano. ''Se mi aspettavo di partire così forte? Sì, ci si allena duramente tutti i giorni nella speranza di poter riuscire a dare in campo tutto quello che è nelle nostre possibilità. E' bello che si riconosca il lavoro di un giocatore ed essere valutato per quello che si è''.

Non vuol sentir parlare di paragoni con Maradona né sentirsi definire un idolo: ''La parola idolo per me è troppo. E lasciamo stare i paragoni con il grande Diego. Lui è e resterà unico per sempre. Io cerco solo di dare felicità e gioia prima ai miei compagni e poi alla gente di Napoli. Faccio solo quello che posso''. Finora c'è riusciuto alla grande. Ma dove può arrivare il Napoli di Lavezzi? ''Tra un po' lo vedremo, spero più in alto sia possibile. Non poniamoci limiti ma allo stesso tempo lavoriamo con tranquillità senza esaltarci troppo''.

fonte: sport.kataweb.it

Condividi

0 commenti: