mercoledì 12 settembre 2007

Lavezzi: noi senza paura,


Totti vale come un altro



DALL’INVIATO VITTORIO RAIO Castelvolturno. «Rispetto di tutti, paura di nessuno. Neanche di quei calciatori che vengono pagati 30-40 milioni di euro. In campo siamo sempre undici contro undici. Quindi, il Napoli non ha avuto, né avrà timori reverenziali. Anche all’Olimpico». È la risposta di Ezequiel Lavezzi quando gli viene chiesto del Napoli apparso un po’ timido contro l’Inter. Non è ancora padrone della lingua italiana, el pocho che all’occasione sa essere anche el loco. Si fa spesso accompagnare da Sosa, in banca o fare shopping, quando non fa coppia con Zalayeta, a Napoli e a Torino. Lavezzi arriva con due ore di ritardo in sala stampa. Al suo fianco c’è Sosa, gli fa ancora una volta da interprete. Si è accorto che è diventato il bersaglio dei difensori avversari. A San Siro ne ha fatti ammonire tre e Cordoba è stato graziato dall’arbitro. «Prima che arrivassi in Italia, i difensori non mi conoscevano. Ora, sanno il mio tipo di gioco, mi marcano stretto. Significa che mi considerano. Prendo tante botte? Fa nulla. Anche questo è il calcio». Dopo l’Inter, la Roma. Preoccupato? «Perché dovrei esserlo? Non abbiamo avuto paura dell’Inter, non l’avremo della Roma». Nella Roma c’è un certo Totti. «Lo ripeto, non abbiamo paura di nessuno. Anche di quelli che hanno un valore di mercato altissimo». C’è chi fa la differenza, come Totti. «In campo siamo undici contro undici. Andremo a Roma per giocarci la partita». La classifica del Napoli è veritiera? «No, è falsa. Con il Cagliari e con il Genoa avremmo meritato di vincere. Ci mancano sei punti». È Zalayeta il suo partner ideale per l’attacco? «Qui, rispondo io», interviene Sosa. «E Sosa non esiste?», scherza il Pampa. Sorride e lascia la parola a Lavezzi: «Io gioco con chi decide il nostro allenatore. Dico di più: devo essere il primo a guadagnarsi il posto settimana dopo settimana». A San Siro lei ha giocato troppo lontano da Zalayeta. «È vero, a causa di alcune circostanze. Mi sono accorto di essere rimasto troppo lontano dal mio compagno di attacco. Inizierò a migliorare durante gli allenamenti, poi, certi movimenti verranno spontanei anche in partita». L’ultimo gol con il Napoli l’ha segnato il 2 settembre a Udine. Non pensa che sia passato troppo tempo? «È importante che il Napoli vinca, non che Lavezzi segni. Se poi vince con un mio gol tanto meglio per me». Ha letto quanto ha dichiarato Moratti? Dice che lei «è un bravissimo calciatore» e che «è piacevole veder giocare Lavezzi». «Lo ringrazio, ma io tengo soprattutto al giudizio dei miei dirigenti, dell’allenatore e dei tifosi. Sono qui per loro, perché hanno creduto in me». Bruno Conti, un ex-calciatore diventato anche campione del mondo, dice che si rivede in lei. «Ringrazio anche lui. Certi complimenti fatti da un grande del calcio stimolano. Fanno sì che chiunque tenda a migliorarsi». Sono più pesanti gli allenamenti in Italia rispetto a quelli fatti in Argentina? «Certamente. Lì i carichi di lavoro sono più leggeri. Io ho scelto l’Italia e devo abituarmi ad ogni difficoltà». Attualmente, qual è la sua percentuale di condizione? «Mi sento bene, ma non è possibile chiedermi di giocare allo stesso ritmo per novanta minuti». I napoletani, sinora, hanno visto il miglior Lavezzi? «No, ho ancora tantissimo da far vedere. Ho un debito con chi ha creduto in me, con chi mi ha portato in Italia dove si gioca il calcio più importante. Devo dimostrare al Napoli che ha fatto bene ad ingaggiarmi».

fonte:Il Mattino
pocholavezzi.blogspot.com
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