Ragazzi fermate quel brigante. E' diventato l'incubo, il demone degli allenatori italiani, fortunato Edy Reja a tenerlo nella sua squadra. Uno scugnizzo da 18 tattoo che con il pallone tra i piedi ama regalare una magia dietro l’altra. Ecco perché la baby gang fa decollare la torcida azzurra. Geniale, imprendibile, imprevedibile, è l’oro del Napoli è un "Pocho" che quando accende il turbo non c’è difesa che tenga. Un nuovo profeta per questa città già tartassata dai suoi problemi che con il calcio riesce un tantino a stemperarli. Con Diego per ora ha solo una cosa in comune: il primo manager del campione riccioluto di Lanus, Jorge Cyterszpiler. Ma forse forse, quella sregolatezza e quel pizzico di irresponsabilità lo accomunano un po' al vero genio del calcio mondiale, Diego Armando Maradona. Ma il pocho non si sbilancia: “Diego è Diego, io sono un calciatore comune”. Sta di fatto però che a Napoli è diventato il beniamino indiscusso della gente, anche perché Napoli aveva sete di fuoriclasse, di campioni all’ombra del Vesuvio non se ne vedevano passare più. Gli slalom; l’esultanza; la zazzera; la simbiosi con i tifosi; la voglia di trascinare il Napoli sempre più in alto sta facendo volare l’entusiasmo dei napoletani.
fonte:napolisoccer.net
pocholavezzi.blogspot.com
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martedì 16 settembre 2008
Quel brigante di Lavezzi...
alle 16:47
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