lunedì 29 marzo 2010

De Laurentiis: «Lavezzi? A Napoli subito idolo»

Il Pocho, il Pocho. L'argentino che ha esaltato di nuovo i napoletani, dopo anni di vacche magre calcistiche, 'dipinto' dal presidente del club azzurro: quell'Aurelio De Laurentiis che ha preso la squadra dai bassifondi della C e l'ha portata a sognare la Champions League, e che a Sky Sport rivela il suo rapporto contrattuale e umano con Ezequiel Lavezzi.

Qual è il suo primo ricordo legato a Lavezzi, la prima volta che l’ha visto? «Mi dicevano che era una persona che aveva avuto dei problemi, che aveva iniziato in un certo modo, poi aveva quasi abbandonato. Ci mise pochissimo a diventare l’idolo di Napoli».

Lavezzi ha fatto parlare di se’ anche fuori dal campo e questo ha creato una frizione tra voi due? «No, le frizioni non si creano. Si possono creare dei malintesi che però dipendono esclusivamente dalla società. La colpa è nostra, non è mai dei giocatori. Probabilmente la società non è stata sufficientemente vicina a questo ragazzo come si deve fare con tutti. Adesso, nella nuova organizzazione, ho tenuto molto a spiegare questo concetto. La nostra deve essere come una famiglia, con delle regole precise che bisogna osservare ma dove deve esserci assolutamente un mutuo rispetto e una mutua considerazione gli uni degli altri. Ad un certo punto, io ho chiesto chiarezza. Se non c’è questa conoscenza da parte del calciatore e tutto viene filtrato tra direttori sportivi o direttori generali e procuratori, si va incontro a delle contraddizioni sia sul piano contrattuale che del rapporto interpersonale, che poi non portano molto lontano. Allora ci deve essere uno schietto, chiaro, preciso accordo. Non si può trattare questi ragazzi dicendo: 'Adesso vieni, ti accontenti e poi io ti aumenterò il tuo salario', perché se questo avviene tre volte in un anno, questo non va bene. Significa che c’è qualcosa che non va, che è debole nel rapporto. Questo ha creato un po’ di difficoltà dialogica con Lavezzi all’inizio. Poi, con il suo procuratore ci siamo chiariti, abbiamo rivisitato in maniera definitiva il suo accordo e adesso si va avanti secondo quella che è una bilaterale impostazione: io non obbligo nessuno e nessuno deve obbligare me».

Il contratto di Lavezzi scade nel 2015. C’è in questo contratto una clausola rescissoria? «Assolutamente sì. Si è stabilito un tetto d’offerta terza con determinate clausole. Adesso non mi fate dire esattamente l’oggetto di questa clausola però esiste ed è stata messa a protezione sia sua che del nostro club».

Secondo lei Lavezzi resterà fino al 2015 a Napoli? «I rapporti sono bilaterali. Nessuno trattiene nessuno. Quando si rompe un meccanismo, nessuno ha convenienza a mantenere in piedi un rapporto, nessuno ha voglia di tenere scontento un calciatore o un attore o un regista che non voglia fare quel film, solo perchè c’è un contratto. Io credo che nella vita professionale contino molto anche i rapporti umani. Se poi arriverà una richiesta molto appetibile di un club importantissimo, più blasonato del Napoli, è ovvio che un pensierino lui lo farà, però molto spesso nei grandissimi club non sempre uno gioca, non sempre il Pocho rimane il Pocho».

Cosa l’ha colpita dell’uomo Lavezzi? «Ho scoperto che Lavezzi ha un grande senso della solidarietà e questo gli fa onore. E’ uno che aiuta le persone meno abbienti, ha un grande senso di disponibilità nei confronti di chi ha bisogno e questo lo avvicina anche molto al nostro mondo partenopeo».


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