domenica 6 aprile 2008

Lavezzi racconta il suo amore per Napoli

Un Lavezzi entusiasta della città e della squadra confida le proprie impressioni e le sue aspettative a Sergio Rek, giornalista di Foxsport. Ecco i passaggi salienti dell’intervista tratti dal Corriere dello Sport, selezionati da Napolisoccer.NET.

Vedi Napoli e poi… «Resto qua. A vita». Capri si staglia tra le gocce di pioggerellina, all’orizzonte, mentre intorno il mondo è co­munque me­raviglioso: una pizza, poi un po’ di pa­sta, poi otto mesi di Napo­li che Eze­quiel Lavezzi rivive in ca­stigliano, con­fessando gli stati d’animo d’un ventitrenne che ha deciso di fer­marsi per sempre. « Perché qui è tutto bello, questa città mi ha ra­pito immediatamente. Ce l’ho nel cuore. Sono felice di averla sco­perta ed è qua che resterò». Il Catania è un pensiero di là da ve­nire, un tormento da rinviare al­la domenica; ma prima, potendo­lo fare, c’è una Napoli da assorbi­re ad ogni ora, c’è una Napoli da vivere, da condividere, da assag­giare e da assaporare.
La Napoli che Lavezzi racconta intorno ai tavolini d’un ristoran­te di via Caracciolo a Sergio Rek di Foxsport è la dimensione esta­tica di un argentino piombato nel Paradiso terrestre del calcio, un isolato da blindare e da custodire gelosamente: «Devo tantissimo a Sosa, che è stato un fratello mag­giore e mi è stato vicino nel pe­riodo dell’ambientamento. E ora sono molto legato a Navarro, con il quale è nata un’amicizia vera, forte, solida. Ma questa Napo­li….» . Il Lavezzi-­show, quel tango che va in scena alla domenica, è uno spettacolo che si ri­pete in versione composta sul lungo­mare, tra le strade, con la gente che l’assiste, lo scruta, lo adora, lo esalta. «Capito, per­ché?». Perché l’idolo del San Pao­lo è ormai inattaccabilmente lui; perché in otto mesi Napoli s’è persa dietro le sue finte, i suoi dribbling, le sue veroniche, i suoi lanci fulminanti, i cambi di passo e di percorso, quello zigzagare devastante tra le linee; perché sette gol hanno potuto almeno quanto gli otto assist, gli ultimi due dei quali, a Reggio Calabria e con il Palermo, cavati da un ci­lindro senza fine. Il Lavezzi partenopeo è un «mo­stro » che ha incantato per la sua rapidità, per l’altruismo in cam­po, per la capacità di creare la superiorità numerica, per la pro­fondità delle sue azioni, fulminee e fulminanti. Ma la Napoli di La­vezzi è un quadro per l’esistenza, un pianeta nel quale allevare la propria autostima e farla cresce­re, crescere, crescere. «E’ una città che mi sta dando felicità, che mi fa sentire importante, nel­la quale voglio restare il più a lungo possibi­le. Una città che mi è stata fatta imme­diatamente apprezzare da Sosa. Una città che mi regala sensa­zioni».
La Napoli di Lavezzi è un uni­verso illimitato nel quale il pocho s’è calato con la sua esuberanza tecnica, con quelle leve che fre­neticamente l’aiutano a fendere l’aria: sette reti sparse qua e là, cinque in casa e due in trasferta (a proposito: l’ultima volta fuori casa fu all’Olimpico, 21 ottobre scorso, cinque mesi e mezzo fa, remember loco?), e poi una con­fezione di invenzioni per i com­pagni, ora a Zalayeta e ora a So­sa e ora ad Hamsik. Il Lavezzi d’azzurro vestito è uno spot per il calcio di una città che vuol ripren­dersi un posto nella storia: «Re­sto qui per sempre». In due, il Na­poli e Lavezzi assieme, può esse­re più facile.
Si è talmente integrato con la città che ha già esternato il suo desiderio.

Redazione Napolisoccer.NET - Fonte: Corriere dello Sport Condividi

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