Solo chi non lo conosce a fondo, può pensare in negativo di lui. Lavezzi è un ragazzo di ventiquattro anni, timido, introverso ma pieno di orgoglio, sensibile, nonchè legato alla maglia che indossa. Certe critiche e soprattutto i sospetti sull'effettivo smarrimento del passaporto l'avevano ferito.
« Sono felice per la vittoria. Ne avevano dette tante su di me, non lo meritavo. A restare in Argentina un giorno in più non ci ho guadagnato, anzi ho solo trascorso ventiquattro ore in un ufficio di Polizia » , ha raccontato ieri ai microfoni di Sky ed agli amici incrociati nel ventre del San Paolo.
« Ventiquattro ore ad aspettare il duplicato del passaporto, altro che storie» . Ed è per quello che appena messo piede a Castelvolturno, sabato pomeriggio aveva rassicurato Mazzarri, l'allenatore che non conosceva prima d'allora e che per la prima volta voleva farsi conoscere, dare la vera impressione di sè, guardare e farsi guardare negli occhi.
Lavezzi voleva giocare, ci teneva a rispondere sul campo a chi aveva messo in dubbio la sua buonafede, dare una dimostrazione di orgoglio. « Il mister mi aveva chiesto se stavo bene, gli ho risposto subito sì. Non ero stanco » , ha raccontato ieri sera quel retroscena che non avrebbe mai potuto relegarlo in panchina ( come fece Donadoni a Genova) e tantomeno in tribuna.
Poteva mai Mazzarri davanti a tanta insistenza escludere l'unico giocatore capace di inventarsi una giocata, un numero, un assist? E sul terreno del San Paolo, Lavezzi l'ha dimostrato. Novantatrè minuti giocati ad alta intensità. « Ce la fai? » , incalzava Mazzarri. « Mi stai largo a destra, adesso che entra Pià?», aggiungeva.
E Lavezzi a scuotere il capo, in segno di rispetto nei confronti di un allenatore che non conoceva se non attraverso le parole di qualche compagno di squadra. In novantatrè minuti, il Pocho era stato il più pericoloso dei suoi. Altro che stanco del viaggio: una punizione deviata in angolo da Viviano dopo il vantaggio ospite, un altro tiro al 25', serpentine continue.
E nel finale, quando tutti pensavano che potesse essere stremato dalla fatica, ecco il talento di Villa Gobernardor Galvez, bruciare sullo scatto Valiani con il destro, puntare il fondo campo e poi crossare di sinistro, così basso e teso che bastava un tocco di un compagno per spedire il pallone in rete.
E' toccato così a Maggio regalare il gol-vittoria ma sono corsi tutti ad abbracciare lui, il Pocho:« Sono felice per questa vittoria ma è stata davvero una fatica battere il Bologna. La gara è stata intensa e veloce, non vedo l'ora di andarmi a riposare. Ora sì che sono stanco » . Intanto Lavezzi aveva consumato la sua rivincita personale nei confronti di chi aveva insinuato sul suo ritardo. Era soddisfatto soprattutto per quello. Tanto da scherzarci pure su:« Vuol dire che la prossima volta, il passaporto me lo legherò, così lo terrò sempre con me » . E via di corsa a casa, scortato dal connazionale Denis, trascinando il trolley ed a testa altissima: Lavezzi aveva smentito i denigratori e reso felice Mazzarri che aveva visto giusto nel fidarsi di lui.
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lunedì 19 ottobre 2009
Alla faccia di chi non lo voleva far giocare
alle 21:04
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3 commenti:
lavezzi 6 il meglio nn li da retta a ki ti giudica farli parlare. a ki di giudica fall e schiatta
Lavezzi sei un Grande e lo dico con il cuore... non sò come fare per avere almeno il tuo autografo..come devo fare per incontrarti????? ricorda che ti ammiro.. rimani nel napoli perchè è la squadra che ti si addiceeee...ti adoro sei unicoo!!! Lavezzi eres un Adulto y lo digo con el corazón... no sò como hacer para tener al menos tu autógrafo..¿cómo debo hacer para encontrarte????? recuerda que te admiro.. quedas en el napoli porque es el equipo que tú él addiceeee...¡te adoro seis unicoo!!!
Lavezzi eres un Adulto y lo digo con el corazón... no sò como hacer para tener al menos tu autógrafo..¿cómo debo hacer para encontrarte????? recuerda que te admiro.. quedas en el napoli porque es el equipo que tú él addiceeee...¡te adoro seis unicoo!!!
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