E’ un’onda magnetica che prima attrae e poi scuote, è una dolce cantilena che va in onda via Internet, decolla da Buenos Aires ed approda sino a Napoli, a Castelvolturno, spargendo miele intorno a Lavezzi, arricchito nell’autostima dall’idolo della fanciullezza. E’ Maradona che parla ed è un dolce sentire per quel Pocho trasformato in modello, un esemplare da osservare e possibilmente da emulare nelle gesta extracalcistiche e che nel ventre del Centenario, all’alba d’una vittoria ch’è valsa la qualificazione al Mondiale del 2010, è riuscito a lasciare una clip nell’immaginario del Pibe de Oro: «Perché vi posso assicurare che Lavezzi è stato il primo ad incoraggiarci mentre entravamo in campo a Montevideo. E sono questi i giocatori che mi servono. Non quelli che hanno sempre il muso lungo». L’elogio del Pocho è un inno d’incoraggiamento che squarcia orizzonti entusiasmanti e che lasciano intravedere a quel talento riemerso in Napoli-Bologna con una veronica ed un assist da tre punti, spiragli sudafricani da indurre alla gioia: il Mondiale è ad una manciata di domeniche, otto mesi e spiccioli, e gli apprezzamenti del Maradona in veste di commissario tecnico sanno (quasi) d’investitura e rappresentano ( sicuramente) un’apertura di credito che va a sommarsi con le convocazioni dell’ultimo anno. Firenze, il Milan, poi la Juventus in casa sua: le tre tappe del rilancio partenopeo arrivano mentre Lavezzi si lascia cullare dall’espressione lieve, accogliente, che rilanciano i siti sudamericani e che vengono ripresi dai media italiani e il Diego cantore del modo di essere del Pocho è un pieno d’entusiasmo per andare incontro a Mutu e a Ronaldinho, a Frey e a Buffon, con la leggerezza di chi sa di dover rilanciare - e a modo suo - dal campo, riprendendo in pieno il suo talento e mostrandolo ripetutamente, affinché Maradona apprezzi ulteriormente.
corrieredellosport
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venerdì 23 ottobre 2009
Maradona elogia Lavezzi
alle 13:59
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