venerdì 23 ottobre 2009

Maradona elogia Lavezzi

E’ un’onda magnetica che prima attrae e poi scuote, è una dolce cantilena che va in onda via Internet, decolla da Bue­nos Aires ed approda sino a Napoli, a Castelvolturno, spargen­do miele intorno a Lavez­zi, arricchito nell’autosti­ma dall’idolo della fan­ciullezza. E’ Maradona che parla ed è un dolce sentire per quel Pocho trasformato in modello, un esemplare da osserva­re e possibilmente da emulare nelle gesta extracalcistiche e che nel ventre del Centenario, all’alba d’una vittoria ch’è valsa la qualifica­zione al Mondiale del 2010, è riuscito a lasciare una clip nell’immaginario del Pibe de Oro: «Perché vi posso assicu­rare che Lavezzi è stato il primo ad in­coraggiarci mentre entravamo in cam­po a Montevideo. E sono questi i gioca­tori che mi servono. Non quelli che hanno sempre il muso lungo». L’elogio del Pocho è un inno d’inco­raggiamento che squarcia orizzonti en­tusiasmanti e che lasciano intravedere a quel talento riemerso in Napoli-Bolo­gna con una veronica ed un assist da tre punti, spiragli suda­fricani da indurre alla gioia: il Mondiale è ad una manciata di domeni­che, otto mesi e spiccioli, e gli apprezzamenti del Maradona in veste di commissario tecnico san­no (quasi) d’investitura e rappresentano ( sicura­mente) un’apertura di credito che va a sommarsi con le convocazioni dell’ul­timo anno. Firenze, il Milan, poi la Ju­ventus in casa sua: le tre tappe del ri­lancio partenopeo arrivano mentre La­vezzi si lascia cullare dall’espressione lieve, accogliente, che rilanciano i siti sudamericani e che vengono ripresi dai media italiani e il Diego cantore del modo di essere del Pocho è un pie­no d’entusiasmo per andare incontro a Mutu e a Ronaldinho, a Frey e a Buf­fon, con la leggerezza di chi sa di dover rilanciare - e a modo suo - dal campo, riprendendo in pieno il suo talento e mostrandolo ripetutamente, affinché Maradona apprezzi ulte­riormente.

corrieredellosport Condividi

0 commenti: